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19 December 2024
La vendita di prodotti biologici è aumentata di oltre il 128% negli ultimi dieci anni, confermando un interesse crescente per questo tipo di alimentazione. Ma cosa si intende davvero per cibo biologico? Quali sono i suoi vantaggi rispetto ai prodotti tradizionali?
Il termine biologico si riferisce a tutti gli alimenti che seguono le regole dell’agricoltura/allevamento biologico. Rispetto a quella convenzionale, l’agricoltura biologica ha l’obiettivo di:
• Utilizzare risorse naturali ed energia in modo sostenibile.
• Rispettare la stagionalità.
• Preservare la biodiversità.
• Garantire il benessere degli animali.
Questi principi non si limitano solo al cibo, ma si applicano anche alla produzione del vino o di prodotti associati al consumo alimentare, come tappi di sughero o la cera d’api.
Vediamo insieme quali sono le principali regole agricole e zootecniche per il biologico:
– Divieto di OGM e radiazioni ionizzanti.
– Limitazione all’uso di fertilizzanti artificiali, erbicidi e pesticidi chimici.
– Uso di metodi naturali, come la rotazione colturale, per mantenere la fertilità del suolo.
– Scelta di varietà resistenti per ridurre la necessità di trattamenti chimici.
– Uso controllato di antibiotici, ammessi solo se strettamente necessari per la salute animale.
L’allevamento biologico si distingue per il rispetto di rigorose norme volte a garantire il benessere animale e la sostenibilità ambientale. Gli animali allevati secondo questo metodo ricevono un’alimentazione composta esclusivamente da mangimi 100% biologici.
Per tutelare la loro salute, l’allevamento biologico vieta la stabulazione fissa, salvo in casi eccezionali. Quindi, gli animali devono avere libero accesso all’aria aperta e al pascolo.
La densità degli allevamenti è attentamente regolata per evitare sovraffollamento, che potrebbe causare problemi come il sovrapascolo, l’erosione del suolo e l’inquinamento ambientale.
Questo approccio, combinato con la scelta di metodi naturali di riproduzione (pur permettendo l’inseminazione artificiale), assicura condizioni di vita che rispettano le esigenze delle specie.
Infine, l’uso di ormoni o medicinali allopatici (come gli antibiotici) è strettamente vietato, salvo rare eccezioni in cui un veterinario li prescriva per singoli trattamenti.
Oltre alle norme dedicate all’allevamento e alla coltivazione, la regolamentazione bio si estende anche alle fasi di trasformazione e distribuzione. Un prodotto commercializzato come bio deve essere costituito dal 95% di ingredienti provenienti da agricoltura biologica certificata. Inoltre, la lavorazione deve avvenire in spazi e tempi separati rispetto ai prodotti non biologici, garantendo così l’assenza di contaminazioni.
Anche le sostanze additive utilizzate per la conservazione del cibo o del mangime sono limitate, per assicurare la massima aderenza alla regolamentazione.
Bene, ora sai proprio tutto sul processo di produzione!
Ma come capire se quello che compri è davvero bio?
Attualmente, secondo i dati raccolti da Istat, in Italia ci sono più di 130.000 aziende con coltivazioni biologiche. Appositi organismi verificano che le aziende seguano precisi standard per poter vantare la certificazione biologico.
La normativa di riferimento per il bio in Italia è il regolamento (UE) 2018/848, entrato in vigore 1º gennaio 2022.
Oltre al metodo di produzione, la normativa stabilisce l’etichetta dei prodotti bio, per rendere più semplice al consumattore identificarli al supermercato. Sull’etichetta deve essere riportato il numero di codice dell’organismo di controllo, l’origine delle materie prime e il famoso logo biologico dell’UE.
Ma veniamo ora al punto cruciale.
Mangiare bio è meglio?
L’agricoltura biologica contribuisce a proteggere il clima, preserva la biodiversità e garantisce la fertilità del suolo. Infatti, nel marzo 2021 la Commissione Europea ha varato un piano d’azione (Green Deal europeo), che tra gli obiettivi ha quello di destinare il 25% dei terreni agricoli al biologico entro il 2030.
Per quanto riguarda la superiorità nutrizionale del bio rispetto ai prodotti tradizionali, alcuni studi suggeriscono livelli più elevati di vitamina C in determinati prodotti bio, come patate o pomodori, e valori più alti di vitamina E nell’olio d’oliva.
Tuttavia, le differenze osservate dipendono più dalle condizioni del suolo che dal metodo di coltivazione. Per questo, in sé il cibo bio non è superiore a quello convenzionale da un punto di vista nutrizionale. Inoltre, va ricordato che tutti i cibi in Europa, biologici o no, devono rispettare rigorosi standard di sicurezza prima di essere commercializzati.
Infine, il costo è uno svantaggio significativo: i prodotti biologici sono in media più costosi del 60% rispetto a quelli convenzionali.
Insomma, il bio è la scelta ideale per i consumatori che desiderano sostenere un’agricoltura rispettosa dell’ambiente e del benessere animale. Grazie alle rigorose regolamentazioni europee, il biologico offre la garanzia di una produzione trasparente e contribuisce a un futuro più sostenibile.