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07 October 2024
Ottobre è arrivato e non smetti di starnutire? Le variazioni climatiche e la presenza di allergeni tipici dell’autunno provocano i sintomi dell’allergia. Vediamo come tornare a respirare senza difficoltà!
Secondo i dati riportati dall’OMS, tra il 10 e il 40% della popolazione soffre di allergia, con una distribuzione che varia in base alle zone geografiche e ai periodi dell’anno.
Infatti, le reazioni allergiche possono essere scatenate da diversi tipi di allergeni presenti sia all’esterno che in ambienti chiusi:
Le muffe, come Alternaria, Aspergillus e Cladosporium, proliferano in ambienti umidi. Dunque le prime piogge autunnali, insieme all’accensione dei termosifoni, creano le condizioni ideali per il loro sviluppo.
Anche gli acari della polvere proliferano durante i mesi autunnali dove trovano ambienti riscaldati e condizioni di umidità tra il 60 e l’80%.
Nonostante si pensi che la stagione delle allergie al polline sia la primavera, l’aumento delle temperature globali ha contribuito a prolungare la presenza di alcune specie anche durante ottobre e novembre.
Tra i principali allergeni autunnali c’è l’ambrosia, particolarmente diffusa nelle regioni del Nord Italia. Al Sud, invece, la parietaria è una delle fonti principali di problemi respiratori.
Oltre agli allergeni ambientali, anche alcune tipologie di frutta di stagione possono provocare intolleranze o reazioni allergiche, tra cui: nocciole, mandorle, kiwi, castagne, fichi e cachi.
Il contatto tra l’allergene e le immunoglobuline (IgE), prodotte dall’organismo per difendersi dagli agenti esterni, scatenano un processo infiammatorio che produce i tipici sintomi dell’allergia. Come per quelle primaverili, i più comuni sintomi delle allergie autunnali sono: rinorrea (naso che cola), congestione, rinite, starnuti, prurito, occhi rossi, lacrimazione, asma, mal di gola e tosse.
Non tutti questi sintomi si manifestano contemporaneamente e possono variare in intensità. Inoltre, sono sintomi generici che possono comparire anche in altre condizioni: ad esempio, la rinite è un disturbo comune tra le persone allergiche al pelo di animale.
Un aspetto da tenere in considerazione è che l’esposizione a un allergene in un ambiente specifico, come il luogo di lavoro o la scuola, può far sì che i sintomi si presentino solo in quella circostanza, permettendo al soggetto di sentirsi meglio durante il fine settimana o quando è lontano dal suo trigger.
Quindi come possiamo essere certi che questi sintomi siano causati da un’allergia?
I sintomi della rinite allergica nell’80% dei casi si sviluppano prima dei vent’anni, in particolare nei soggetti con una storia familiare di allergie.
Per accertare che si tratti effettivamente di un’allergia, è consigliabile rivolgersi a un allergologo, che indicherà i test diagnostici più appropriati. Questi test devono essere personalizzati, tenendo conto dell’area geografica in cui il paziente vive e dell’ambiente scolastico/lavorativo o domestico in cui vive.
Uno dei test più comuni è il prick test, un test cutaneo in cui il medico punge leggermente la pelle con una lancetta sterile e applica una piccola quantità di estratto dell’allergene sospetto. Dopo circa 15-30 minuti, si osserva la reazione della pelle. Se si sviluppa un pomfo, è confermata la sensibilità all’allergene.
Se il prick test risulta negativo, si procede con i test intradermici, in cui una piccola quantità di estratto allergenico viene iniettata con una siringa. Anche in questo caso, la comparsa di un pomfo indica una reazione allergica.
Prima di sottoporsi a questi test, è necessario sospendere l’assunzione di antistaminici per 36-48 ore, poiché potrebbero alterare i risultati.
Un’altra opzione diagnostica è l’esame del sangue, che permette di rilevare la presenza degli anticorpi IgE per gli allergeni sospetti.
La prima soluzione contro le allergie è la prevenzione!
Per i pazienti allergici, è fondamentale ridurre al minimo l’esposizione agli allergeni. In particolare, nel caso di allergia alla polvere, è utile seguire la profilassi ambientale raccomandata dal Ministero della Salute:
• Lavare la biancheria del letto a 60°C
• Rivestire materassi e cuscini con coperture antiacaro
• Arieggiare frequentemente gli ambienti
• Eliminare regolarmente la polvere
• Aspirare settimanalmente divani e poltrone per rimuovere gli acari
• Ridurre la presenza di oggetti che accumulano polvere (peluche, giornali, tappeti)
Per alleviare i sintomi delle allergie autunnali, si possono utilizzare antistaminici, che bloccano il rilascio dei mediatori della reazione allergica, ossia le sostanze responsabili dell’infiammazione. Nei casi di sintomi più gravi, vengono prescritti corticosteroidi per ridurre l’infiammazione.
Se i farmaci non risultano efficaci, il medico può suggerire l’immunoterapia specifica, un trattamento che prevede la somministrazione di dosi crescenti dell’allergene per desensibilizzare progressivamente il paziente. La terapia può essere somministrata per via sublinguale o sottocutanea e dura almeno 3 anni. Affinché sia efficace, è necessario che il paziente sia costante nel trattamento e che l’ambiente in cui vive non abbia un’elevata concentrazione di allergeni. In ogni caso, è una terapia da valutare attentamente con il proprio medico.
La durata dell’allergia dipende principalmente dall’esposizione agli allergeni. Ad esempio, la rinite allergica legata ai pollini si manifesta durante le stagioni in cui questi sono più presenti, ma in molti casi i sintomi possono persistere anche oltre. Fattori come i cambiamenti di temperatura o l’esposizione al fumo possono infatti prolungare i disturbi, aggravando la sintomatologia anche dopo la fine della stagione dei pollini. Inoltre, nel 40% dei casi, la rinite allergica può diventare una condizione perenne, con un peggioramento durante i periodi di maggiore presenza di pollini.