Negli ultimi due decenni abbiamo assistito ad una crescita esponenziale e generalizzata dell’utilizzo di supporti elettronici, di conseguenza il tempo che ognuno di noi, quotidianamente, passa davanti ad uno schermo è più che decuplicato rispetto all’anno 2000.
Dal computer allo smartphone, dalla TV al tablet, fino alle stesse luci ambientali tutto intorno a noi è illuminato da LED, la nuova tecnologia a basso consumo energetico che ha sostituito l’ormai obsoleta incandescenza e fluorescenza.
Le luci Led hanno il pregio di essere versatili e molto più “green” rispetto alle precedenti, ma purtroppo emettono una luce cosiddetta “blu”, molto vicina alla frequenza dei raggi ultravioletti.
La prolungata esposizione a questo tipo di luce, ed in genere ai moderni strumenti di lavoro e svago, causa danni anche gravi sia ai nostri occhi che alla pelle.
Alcuni sintomi di questi effetti negativi sono facilmente riscontrabili anche senza l’intervento medico:
- Rossore oculare: quando il nostro corpo fissa una sorgente luminosa, diminuisce automaticamente la cosiddetta “frequenza di ammiccamento”, vale a dire il battito di ciglia, provocando una ridotta lacrimazione, quindi secchezza e irritazione.
- Astenopia: sui monitor leggiamo caratteri abitualmente molto piccoli, quindi affatichiamo la muscolatura oculare, stancandola rapidamente.
- Insonnia: la luce blu emessa dagli schermi viene interpretata dal nostro corpo come luce “diurna”, alterando la produzione di melatonina, la sostanza che regola i ritmi del sonno, i cosiddetti cicli circandiani.
- Mal di testa: causato dall’eccessivo affaticamento degli occhi.
- Maculopatia: nel lungo periodo, la luce blu può addirittura facilitare l’insorgenza delle cosiddette “macchie” degli occhi, sintomo di una degenerazione del tessuto della retina.
- Invecchiamento della pelle: ogni volta che mettiamo il nostro viso di fronte ad uno schermo illuminato, lo esponiamo a dei raggi ultravioletti più deboli rispetto a quelli del Sole (UV), ma con un’intensità costante e spesso incontrollata. Tale esposizione causa stress ossidativo alle strutture cellulari, come evidenziato da una maggiore prevalenza di radicali liberi, e può danneggiare le funzioni protettive della pelle.
Come possiamo difenderci in maniera efficace, per diminuire o azzerare gli effetti negativi della luce blu?
Anzitutto, dobbiamo cercare di ridurre per quanto possibile l’esposizione, inserendo nelle nostre abitudini quotidiane azioni svolgibili senza strumenti tecnologici, guardare meno frequentemente lo smartphone e la TV.
Se il nostro lavoro ci porta a dover utilizzare un computer, utilizziamo la regola del 20-20-20 vale a dire 20 secondi di pausa ogni 20 minuti di lavoro, guardando oggetti ad una distanza di almeno 20 metri da noi. Ad esempio, abituiamoci a guardare fuori dalla finestra, osservando il paesaggio lontano, oppure alziamoci dalla postazione di lavoro e cerchiamo il punto più distante di un corridoio, di un parcheggio. Se abbiamo la fortuna di poter uscire all’aria aperta, cogliamo l’occasione per guardare gli alberi o il cielo.
Utilizziamo occhiali con schermature protettive selettive, il cosiddetto “filtro luce blu”, che eliminano quasi completamente quella specifica gamma di lunghezze d’onda luminose. Anche se non avete carenze visive e non portate gli occhiali, oggi nel mercato sono disponibili lenti non graduate che hanno unicamente la funzione di schermare la luce blu.
Integriamo l’alimentazione con luteina e zeaxantina, le componenti del pigmento maculare, per migliorare le capacità antiossidanti e protettive della retina.
Manteniamo la pelle del viso idratata e protetta con creme anti-UV dedicate all’HEV (acronimo di High Energy Visible) oppure skin-care, indipendentemente dall’età.
Da Farmacia San Marco, il consiglio di tenere sempre gli “occhi aperti” ma… guardando oltre!